L’epoca in cui viveva Temur, noto in Europa come Tamerlano, era tutt’altro che tranquilla, ed egli sin dall’adolescenza sentiva il dovere di liberare la terra nativa dai conquistatori mongoli.

Le moschee, le madrasse, mausolei e palazzi costruiti al tempo di Temur colpivano ogni viaggiatore con la loro bellezza e grandezza in modo che nascevano molte leggende su ognuno di essi che si continuano a raccontare anche oggi ai turisti che visitano l’Uzbekistan ed in particolare Samarcanda – capitale dell’impero di Tamerlano.

Khiva , è invece per me il posto più prezioso di tutto il paese.

Ci vollero le ferrovie e la rivoluzione bolscevica per strappare Khiva al suo isolamento, è bastato un secolo per trasformarla in un’accogliente città turistica lungo la via della Seta con un centro storico trasformato in museo all’aperto. Basta varcare le mura di fango che racchiudono la città vecchia per ritornare all’epoca in cui a governare c’erano emiri col turbante, così attaccati alle origine mongole da conservare nel cortile del palazzo la “yurta reale”. Le colonne di legno intarsiato sono ancora al loro posto, come i vicoli sabbiosi, le cupole azzurre, le piastrelle smaltate. E l’atmosfera da ultima frontiera, più forte che mai.

E poi Bukara, eletta dall’Unesco  patrimonio dell’umanità. È incantevole perdersi nell’intricato incastro di palazzi, negozietti tipici, souk, visitando la fortezza Ark e la moschea Juma, o il mausoleo di Ismail Samani, che rappresenta la struttura più antica della città. Di sicuro  a Tashkent si parla già la lingua del futuro, una sterminata metropoli abitata da più di 2.000.000 di persone, di cui è capitale dal 1991. Qui il mercato centrale Il Bazar Chorsu è il cuore commerciale di Tashkent, dove è possibile trovare ogni specie di merce, è il mercato più grande dell’Asia Centrale; originariamente il mercato si teneva all’aperto ma, in epoca sovietica, è stata costruita una grande cupola blu e azzurra per offrire riparo ai mercanti. All’interno della cupola si trovano due piani e, in ogni zona, si vendono differenti prodotti.

Nonostante la barriera linguistica, è un popolo molto disponibile ad entrare in contatto con il turista, abbiamo scoperto persone allegre, molto ospitali, aperte e curiose, sempre sorridenti e disponibili a farsi fotografare assieme!